Ogni grande feudatario aveva l’obbligo di fornire un esercito all’Imperatore in caso di guerra. In linea con l’antichissima tradizione di contraddistinguere l’esercito com un vessillo generale e i vari reparti com altrettanti simboli particolari, il signore feudale, per distinguere il suo gruppo di armati, adottò propri segni distintivi. All’inizio il simbolo, di metallo o altro materiale, era collocato in cima a un’asta. Sotto di esso era spesso applicato un pezzo di stoffa colorata. Bem presto accadde che si cominciò a ricamare il segno distintivo sopra la stoffa, e poi ancora sulle armi dei guerrieri che presentavano ampie superfici libere: in prevalenza dunque sullo scudo.
Quando poi i feudatari presero a lasciarsi per via ereditaria i territori, divennero ereditari anche i simboli adoperati per contraddistinguere l’esercito di quel feudo, e piano piano il loro uso e il loro significato si estesero, fino a diventare il segno distintivo della Casata.
Dopo i grandi feudatari, assunsero un proprio stemma anche i signori minori, che avevano ugualmente l’obbligo di fornire truppe armate. Infine, perduto del tutto il significato iniziale, ogni famiglia nobile o signorile, o semplicemente importante, volle fregiarsi di uno stemma.
È arduo stabilire quale delle tante teorie sia la più giusta. È molto probabile che ciascuna di esse contenga una parte di verità più o meno grande. Fenomeni complessi, verificatisi in epoche a noi lontane, formatisi in un lungo arco di tempo si originano per vie certamente simili, ma non uniche. All’inizio scorrono distanti fra loro e irregolarmente; poi confluiscono in un solo alveo e vengono a costituire un’unità omogea, non diversamente dalle acque di un grande fiume, in cui non – è più riconoscibile l’apporto degli affluenti.