Lo Stemma

Alcuni studiosi, fra cui A. Seyler, sostenevano che gli stemmi fossero dapprima contrassegni personali, scelti liberamente dal guerriero o dal cavaliere. A un certo momento, da personali, divennero distintivi di una famiglia intera; restarono inalterabili e si estesero a contrassegnare anche i territori posseduti dalla famiglia. L’avvenuto passaggio sarebbe segnato dalla prima apparizione delle figure degli scudi nei sigilli (secolo XIIº).

Un’altra opinione è quella secondo cui gli stemmi, derivati dalle bandiere, avrebbero trovato la loro linfa vitale in due terreni: nei tornei, in cui la vanità e l’orgoglio conducevano a sfoggiare armi sempre più belle e quindi decorazioni sempre nuove; e nelle Crociate, in cui gli Occidentali ebbero modo di venire a contatto com la civiltà araba, notoriamente a uno stadio più avanzato di quella cristiana, e cosi ne subirono l’influenza anche riguardo agli stemmi.

Oggi molti autori (Ströhl, Von Siegenfeld, Gritzner, Galbreath, de Vevey) sono concordi nel sostenere che gli stemmi sono derivati dalle bandiere o daí vessilli degli eserciti mediovali. È vero – essi dicono – che fin dall’antichità i guerrieri ebbero l’abitudine di decorare le loro armi com disegni a colori vivaci o com figure in rilievo: in questo senso abbiamo molte testimonianze di scrittori, e, per i secoli IXº e Xº, anche di miniatori. Però il loro punto di vista è che si tratti di una coincidenza casuale; che gli stemmi siano sorti non come diretta continuazione e sviluppo di quelle ornamentazioni, ma daí vessilli militari.

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