Il rosso è colore importantissimo anche perchè rappresenta uno dei quattro elementi considerati, fin daí tempi dell’antico filosofo Anassagora, fondamentali per la vita del mondo e dell’uomo: il fuoco. Infine, siccome dagli antichi era consacrato a Marte – e questo è infatti il suo segno planetario - significa slanci d’animo intrepido, grandioso e forte.
I significati che il rosso assume in araldica trovano i precedenti nei concetti che i popoli antichi vollero esprimere com questo colore. C’è da dire infatti, che il rosso há sempre avuto riferimento com le virtù militari, tanto che a Sparta, secondo le famose leggi di Licurgo, i soldati dovevano vestire di rosso; a Roma poi, il rosso era il colore dei generali e dei patrizi; sempre presso i Romani, inoltre, uno stendardo rosso inalberato sul Campidoglio annunciava la guerra; spiegato sulla tenda pretoriale invitava i soldati alla battaglia e presentato dinanzi ad una città assediata, significava l’intenzione di espugnarla.
L’araldica dunque sostanzialmente accetta questi valori che la tradizione le addita, in quanto il rosso, come si è visto, esprime in gran parte significati attinenti alle virtù fondamentali di un guerriero; ma esso simboleggia anche le virtù proprie del grande uomo di pace: magnanimità, generosità: tutti concetti riconducibili, in definitiva, all’única matrice di “incisività, azione”.
Conclusa cosi l’analisi delle componenti cromatiche del nostro blasone, dobbiamo occuparci ora di quelle figurative iniziando com la fascia, una pezza onorevole di prim’ordine in quanto tocca almeno un lato dello scudo.
La fascia è stata oggetto delle opinioni più svariate da parte degli araldisti, tanto che in questa sede ci dovremo limitare a ricordare solo le più importanti.